All’uscita della stazione di Verona Porta Nuova, proprio al di là delle porte principali, lo sguardo si scontra sulla facciata di una chiesa. Suscita una certa curiosità, essendo l’unico edificio importante che si vede guardando in quella direzione, in centro città.
Semplice e lineare, con un basso rilievo particolare e di una dimensione così importante da poterlo vedere da molto distante.
Mi avvicino, cerco l’ingresso visto che tutta l’area attorno risulta essere un cantiere edile. Seguo la palizzata che delimita gli scavi e trovo una svolta che porta all’ingresso.
La facciata è imponente e importante nella sua semplicità. Ciò che risalta è la particolare fattezza esterna che ricorda alcune delle fabbriche d’armi storiche della seconda guerra mondiale.
E’ alta e lineare, pulita nelle forme e tutta in mattoni. Distona con la facciata, sembrano essere due cose diverse di due epoche diverse.
Giro attorno e noto la sua monotonia che mi affascina. Entro e, nonostante anche l’interno sia quadrato e lineare, gli spazi e i giochi di luci mi attraggono.
Dentro è alta tanto quanto all’esterno, ti accoglie e non soffoca. E’ un tempio strano, sembra un vecchio nonno, di quelli che rispettavi a prescindere. Non sfarzoso ma essenziale, minimale, utile e pratico. Non è antico ma non è moderno.
Resto sorpreso di vedere una sola persona all’interno, nella navata laterale, che fissa la figura della Madonna. Forse è lo specchio di ciò che sta accadendo alla chiesa: credo sia giorno di confessioni ma il prete legge il giornale nel confessionale. Poche luci accese creano la scenografia giusta.
Il poco tempo passato all’interno mi ha fatto pensare…
Upon exiting the station of Verona Porta Nuova, just beyond the main doors, the look clashes on the facade of a church. It arouses curiosity, being the only major building that you see looking in that direction, in the city center.
Simple and straightforward, with a bas-relief of a particular size and so important that it can be seen from far away.
I walk, I try to enter as the entire area around turns out to be a construction site. I follow the fence that borders the excavations and find a breakthrough that leads to the entrance.
The facade is impressive and important in its simplicity. What stands out is the special insignias external reminiscent of some of the factories historical weapons of World War II.
It’s high and straight, clean shapes and the whole brick. Distona with the facade, they seem to be two different things with two different eras.
Turn around and known its monotony that fascinates me. Inside, although the interior spaces is square and linear, the play of lights fascinate me.
Inside and outside is so high, welcomes you and does not suffocate. It’s a strange temple, looks like an old grandfather, the kind that regardless. Not gorgeous but essential, minimal, useful and practical. It is not old but it is not modern.
I was surprised to see a single person inside, in the aisle, which look the figure of the Virgin Mary. Perhaps it is the mirror of what is happening to the church: I think it is the day of confession but the priest reads the newspaper in the confessional. Few lights create the right setting.
The short time inside, made me think …
